venerdì 4 novembre 2011

TASSE E COSTI DELLA CASTA

Oltre all’immondo spot voluto da Tremonti & Co., non passa giorno che qualcuno finisca col commentare notizie che hanno attinenza col fisco, su Facebook o altrove, in questo modo: “Se tutti pagassimo le tasse, pagheremmo meno tasse”. Una frottola sesquipedale!
Come, spesso, mi capita di dire – l’ho fatto anche sabato scorso in occasione dell’incontro di Varese al quale ho partecipato – non funziona così. Anzi, più soldi consegniamo nelle mani di burocrati e parassiti (l’infame casta) e più questi spenderanno quei soldi inutilmente. E lo faranno per due motivi per loro essenziali:
1- Perché non sanno cosa significhi guadagnare denaro col sudore della fronte;
2- Perché per loro il denaro è solo un mezzo da sperperare per creare nuove clientele e nuovo consenso.
Non ci sono solamente i dati storici a confermare quanto sopra (in “Elogio dell’evasore fiscale” ne ho riportati ad abundantiam), ma c’è l’attualità a dar manforte a questo apodittico teorema, popperianamente dimostrato.
Ecco a voi due notiziole che vengono silenziate dai “grandi media”, ma che Internet fa rimbalzare su tutti i computer.
Partiamo da Sud: “Con lui al governo c’è una sola categoria che è sicura di stappare champagne e fare festa: la casta dei politici. Nichi Vendola è governatore della Puglia dal 2005, ed è alla sua seconda legislatura. In sei anni ha battuto il record italiano di aumento delle spese per i costi della politica: + 50,29% rispetto all’anno in cui si è insediato. E ancora: 711 sono consiglieri di enti, fondazioni e società pubbliche, buona parte di nomina vendoliana. Altri 14.111 in Puglia hanno incarichi o consulenze dalla politica. E infine 30.697 vivono del cosiddetto apparato politico. Casta a parte i sei anni di Vendola al governo si contraddistinguono per un taglio alle spese in gran parte in conto capitale legato ai minori trasferimenti del governo centrale (-2,3 miliardi di euro rispetto ai 15,2 miliardi di euro del 2005), e per un aumento del 26,13% delle spese correnti (quelle che si dovrebbero tagliare) e soprattutto per un aumento record della pressione fiscale: le imposte regionali sono passate da 1,2 miliardi del 2005 a 1,7 miliardi di euro del 2011 (+37,29%), alla voce «tasse e altri tributi regionali”. Commento: W il riformatore di ‘sta cippa.
Eccoci ora nel profondo Nord: “Il call center sanitario della Regione Lombardia da marzo 2012 costerà (quasi) come una hotline. Sarà a pagamento: costerà dai cellulari 50 centesimi “a contatto”. Ovvero per chiamare la Regione e avere un’informazione di servizio si pagherà. Non per parlare del più e del meno ma per prenotare delle visite mediche, come tac o radiografie. Un servizio che ovunque è gratuito. Ovunque tranne che in Lombardia. Perché? Finora la Lombardia ha appaltato a milletrecento Km di distanza il call center, a Paternò (Catania), ovvero in Sicilia, nella “provincia di La Russa” (“Umberto Magno” docet), come bofonchiano i leghisti. E qui il punto. Proprio i leghisti hanno dato battaglia in Consiglio regionale perché il call center fosse “padano”. Risultato? Ora ce ne saranno due, affiancati finché il servizio non sarà privatizzato. Ma per abbattere i costi, la Regione farà pagare le telefonate”. Commento: W i cialtroni bossiani!
Ho impiegato 10 minuti per trovare le due notizie online e l’ho fatto perché anche stamane uno dei milioni di statalisti tricoloriti mi ha scritto un messaggio ammonendomi sul fatto che “se tutti pagassero le tasse, le tasse ripagherebbero tutti”.
Ha ragione Gianni Rodari quando scrive che “è inutile parlare di libertà ad uno schiavo che pensa di essere un uomo libero”. Ma aveva ancor più ragioni mio nonno quando mi spiegava “che alla gente è più facile metterglielo in c… che fargli entrare in testa certe nozioni”.
http://www.movimentolibertario.com/

1 commento:

Claudia ha detto...

Bell'articolo, molto ben documentato per cui hai dimostrato perfettamente la tua tesi.
Io son dall'altra parte, dalla parte di quelli che sostengono che cmq. bisogna comportarsi bene anche se in alto si comportano male. Per me è una questione di coscienza, è la mia mentalità assolutamente liberale e liberista che mi porta a dire che lo Stato è la somma dei risultati dei singoli. Questo solo per dare anche l'altra visione, oltre alla tua. Sono visioni opposte, ma non c'è bisogno che nessuno offenda l'altro come, mi sembra di capire, qualcuno ha fatto con te.
Pensa però se nessuno pagasse le tasse anche per chi non le paga: in Lombardia una telefonata al CUP costerebbe 100 euro. Quindi meno male che ci siamo noi che ci crediamo che paghiamo le tasse per tutti.