domenica 29 gennaio 2012

40 ANNI DI DEBITO PUBBLICO

Fonte :http://www.eutekne.info/Default.aspx

Il debito pubblico italiano è di circa 1.900 miliardi di euro. Il dato è noto ai più, almeno quanto l’idea che a creare quel debito enorme siano stati i Governi succedutisi durante la Prima Repubblica, con una gestione scellerata dei conti e l’utilizzo della Pubblica Amministrazione come ammortizzatore sociale.
Se, però, il primo assunto rimane incontrovertibile, il secondo sembra essere solo un falso luogo comune, scorrendo i dati del nostro studio. I numeri (elaborati da Eutekne.info sui dati ISTAT resi noti fino al 31 dicembre 2010) dimostrano, infatti, che solo il 43,5% di quel debito si è formato prima dell’uragano “Tangentopoli” e del primo insediamento di Giuliano Amato (28 giugno 1992) a Palazzo Chigi. Il restante 56,5% si è, invece, accumulato nel corso della cosiddetta Seconda Repubblica.
Sbagliato, dunque, differenziare i due periodi attraverso un dato quantitativo. Se proprio deve esserci una differenza, questa va individuata dal punto di vista qualitativo: rispetto alla prima Repubblica, quando il bilancio dello Stato chiudeva in negativo ancor prima di conteggiare la spesa per il pagamento degli interessi passivi sul debito accumulato, nella seconda Repubblica, il bilancio chiudeva quantomeno con un avanzo, salvo poi computare la spesa per il pagamento degli interessi passivi accumulati fino all’anno precedente.
Negli anni della Seconda Repubblica, la crescita del debito pubblico (si veda tabella 1) è stata più consistente durante gli ultimi Governi Berlusconi (+11,53% nel periodo che va dall’11 giugno 2001 al 17 maggio 2006; +11,84% dall’8 maggio 2008 al 31 dicembre 2010), seguiti da due Governi tecnici, quello Ciampi a cavallo tra il 1993 e il 1994 (+6,15%) e quello Dini (+5,51%), cui il 17 gennaio 1995 venne affidata la Presidenza del Consiglio dopo la caduta del primo Governo Berlusconi.
Aggregando i dati e riclassificandoli per Presidente (si veda tabella 2), i Governi presieduti da Silvio Berlusconi hanno contribuito all’accumulo di debito pubblico per il 27,41%. Più staccati Prodi (i cui due Governi hanno prodotto l’8,81% del totale), Amato (6,64%) e Ciampi (6,15%). Le statistiche riflettono d’altro canto il numero di giorni al Governo, se si eccettua il caso Ciampi, il cui mandato, in 377 giorni, è riuscito a creare più debito dei Governi Dini (5,51%) e D’Alema (1,99%), durati rispettivamente 485 e 551 giorni.
“I numeri risultanti da questo studio – spiega il Direttore di Eutekne.info, Enrico Zanetti – sono stati ricavati associando i dati di contabilità pubblica ai singoli periodi di durata di ciascun Governo. È ovvio che, soprattutto per le esperienze di Governo particolarmente brevi, ci possa essere stato un implicito effetto trascinamento, tale per cui quantomeno una parte dei risultati prodotti può essere, di fatto, ascritta alle scelte politico-economiche del Governo precedente. Discorso che non può essere fatto per i Governi rimasti in carica per più di due anni consecutivi”.
Posto che anche i Governi della Seconda Repubblica hanno dato un contributo consistente alla crescita del debito, alcuni di essi sono riusciti quantomeno a ridurre, o a lasciare pressoché invariata, la spesa primaria, al netto dell’inflazione. Una cosa che è riuscita solo ai primi quattro Governi succedutisi dal 1992 in poi (si veda tabella 3), che a questa specifica voce hanno fatto registrare +0,47% (Amato I), -0,54% (Ciampi), -1,20% (Berlusconi I) e +0,14% (Dini).
A partire dal 1996, ovvero durante il primo Governo Prodi, la spesa pubblica è tornata a crescere in modo sostenuto (+6,01%), per poi riattestarsi sotto il 3% con i Governi D’Alema (+2,87%) e Amato II (+2,44%), fino all’esplosione del secondo Governo Berlusconi. Nel quinquennio che va dall’11 giugno 2001 al 17 maggio 2011, infatti, la spesa pubblica è cresciuta del 16,95%.
L’ultima parte del nostro studio fa riferimento ai livelli di pressione fiscale fatti registrare dal 1992 ad oggi (si veda tabella 4), oscillati, negli ultimi 20 anni, tra il 40,6% e il 42,6%. In generale, sono stati solo due i Governi capaci di ridurre la pressione fiscale al di sotto del 41%, entrambi guidati da Berlusconi, nel 1994-1995 e nel quinquennio 2001-2006. Ben quattro volte, invece, la pressione fiscale si è attestata al di sopra del 42%: durante l’Amato I (42,06%), il Prodi I (42,48%) il Prodi II (42,39%) e l’ultimo Governo Berlusconi (42,6%).
1970-2010: QUARANT’ANNI DI DEBITO PUBBLICO
TAVOLA 1 – RIEPILOGO PER SUCCESSIONE TEMPORALE 
GOVERNOAREA POLITICADALALGIORNI DI DURATADEBITO ACCUMULATO
PRIMA REPUBBLICA-1.1.197028.6.1992784453,73%801.55643,50%
AMATOtecnico28.6.199228.4.19933042,08%83.8604,55%
CIAMPItecnico28.4.199310.5.19943772,58%113.3706,15%
BERLUSCONIcentro-destra10.5.199417.1.19952521,73%74.4524,04%
DINItecnico17.1.199517.5.19964853,32%101.5305,51%
PRODIcentro-sinistra17.5.199621.10.19988876,08%76.4644,15%
D’ALEMAcentro-sinistra21.10.199825.4.20005513,77%36.5891,99%
AMATOtecnico25.4.200011.6.20014132,83% 38.4182,08%
BERLUSCONIcentro-destra 11.6.200117.5.2006179912,32%212.55211,53%
PRODIcentro-sinistra17.5.20068.5.2008721 4,94% 85.927 4,66% 
BERLUSCONI centro-destra 8.5.2008  31.12.2010 967 6,62% 218.10811,84%
TOTALI DI COLONNA14600 100% 1.842.826 100% 
      1970-2010: QUARANT’ANNI DI DEBITO PUBBLICO
      TAVOLA 2 – RICLASSIFICAZIONE PER PRIMO MINISTRO
 GOVERNOAREA POLITICA GIORNI AL GOVERNO    DEBITO ACCUMULATO 
PRIMA REPUBBLICA-784453,73% 801.556 43,50% 
BERLUSCONI centro-destra 3018 20,67% 505.113 27,41% 
PRODI centro-sinistra 1608 11,01% 162.391 8,81% 
AMATO tecnico 717 4,91% 122.278 6,64% 
CIAMPI tecnico3772,58% 113.370 6,15% 
DINI tecnico 4853,32% 101.5305,51%
D’ALEMAcentro-sinistra5513,77%36.5891,99%
TOTALI DI COLONNA14600100%1.842.826100%
  1992-2010: INCREMENTI REALI DELLA SPESA PUBBLICA GOVERNO PER GOVERNO     
       TAVOLA 3 – RIEPILOGO PER SUCCESSIONE TEMPORALE
 GOVERNOAREA POLITICA  DALAL  GIORNI DI DURATA  CRESCITA SPESA  
AMATO tecnico28.6.1992 28.4.1993 304 4,50% 1.590 0,47% 
CIAMPItecnico 28.4.1993 10.5.1994 3775,58% -1.922 -0,54% 
BERLUSCONI centro-destra 10.5.1994 17.1.1995 252 3,73% -4.422 -1,20% 
DINI tecnico 17.1.1995 17.5.1996 485 7,18% 5280,14% 
PRODI centro-sinistra 17.5.1996 21.10.1998 887 13,13% 23.957 6,01% 
D’ALEMA centro-sinistra21.10.1998 25.4.2000 551 8,16% 12.782 2,87% 
AMATOtecnico 25.4.200011.6.2001 4136,11%11.472 2,44% 
BERLUSCONI centro-destra 11.6.2001 17.5.2006 1799 26,63% 84.091 16,95% 
PRODI centro-sinistra 17.5.2006 8.5.2008 721 10,67% 10.679 1,67% 
BERLUSCONI centro-destra 8.5.2008 31.12.2010 96714,31% 14.662 2,16% 
TOTALI DI COLONNA6756 100%153.415 


       1992-2010: PRESSIONE FISCALE MEDIA GOVERNO PER GOVERNO
       TAVOLA 4 – RIEPILOGO PER SUCCESSIONE TEMPORALE
GOVERNO AREA POLITICA DAL AL   GIORNI DI DURATAPF MEDIA 
AMATO tecnico 28.6.1992 28.4.1993 304 4,50% 42,06% 
CIAMPItecnico28.4.1993 10.5.1994 377 5,58% 41,96% 
BERLUSCONI centro-destra 10.5.1994 17.1.1995 252 3,73% 40,60% 
DINI tecnico 17.1.1995 17.5.1996 485 7,18% 41,04%
PRODI centro-sinistra 17.5.1996 21.10.1998 88713,13% 42,48% 
D’ALEMAcentro-sinistra 21.10.199825.4.2000 551 8,16% 41,83% 
AMATO tecnico 25.4.2000 11.6.2001 413 6,11% 41,19%
BERLUSCONI centro-destra 11.6.2001 17.5.2006 1799 26,63% 40,64% 
PRODI centro-sinistra 17.5.2006 8.5.2008 721 10,67% 42,39% 
BERLUSCONI centro-destra 8.5.2008 31.12.2010 967 14,31% 42,60%
TOTALI DI COLONNA    6756100% 
Elaborazioni Eutekne.info su dati ISTAT             

sabato 28 gennaio 2012

RIMBALZO FINITO ?

Segnale nettamente ribassista su un bancario pesante del nostro listino,Unicredit,che nell'ultima seduta rompe la trend rialzista partita dal minimo in area 2,29  per cui chi avesse solo pensato di entrare long sul titolo visto il buon momento delle borse, meglio attendere tempi migliori almeno fino al superamento della linea rossa non tratteggiata.
Unico incoveniente sono gli short bloccati dalla consob.  Bye

venerdì 20 gennaio 2012

UNA INVISIBILE SUPER CASTA

Articolo interessante tratto da http://www.corriere.it/editoriali/12_gennaio_20/supercasta-galli-della-loggia_022dd928-4330-11e1-8047-0b06b4bf3f34.shtml  che secondo il mio personale punto di vista fotografa perfettamente la situazione italiana.

Non è vero che il contrario della democrazia sia necessariamente la dittatura. C’è almeno un altro regime: l’oligarchia. E tra i due regimi possono esserci poi varie forme intermedie. Una di queste è quella esistente da qualche tempo in Italia. Dove ci sono da un lato un Parlamento e un governo democratici, i quali formalmente legiferano e dirigono, ma dall’altro un ceto di oligarchi i quali, dietro le quinte delle istituzioni democratiche e sottratti di fatto a qualunque controllo reale, compiono scelte decisive, governano più o meno a loro piacere settori cruciali, gestiscono quote enormi di risorse e di potere: essendo tentati spesso e volentieri di abusarne a fini personali. I frequenti casi scoperti negli ultimi anni e nelle ultime settimane hanno aperto squarci inquietanti su tale realtà.

Non si tratta solo dell’alta burocrazia dei ministeri, cioè dei direttori generali. A questi si è andata aggiungendo negli anni una pletora formata da consiglieri di Stato, alti funzionari della presidenza del Consiglio, giudici delle varie magistrature (comprese quelle contabili), dirigenti e membri delle sempre più numerose Authority, e altri consimili, i quali, insieme ai suddetti direttori generali e annidati perlopiù nei gabinetti dei ministri, costituiscono ormai una sorta di vero e proprio governo ombra. Sempre pronti peraltro, come dimostra proprio il caso del governo attuale, a cercare di fare il salto in quello vero.

È un’oligarchia che non è passata attraverso nessuna selezione specifica né alcuna speciale scuola di formazione (giacché noi non abbiamo un’istituzione analoga all’Ena francese). Designati dalla politica con un g r a d o a l t i s s i m o d i arbitrarietà, devono in misura decisiva il proprio incarico a qualche forma di contiguità con il loro designatore, alla disponibilità dimostrata verso le sue esigenze, e infine, o soprattutto, alla condiscendenza, all’intrinsichezza — chiamatela come volete — verso gli ambienti e/o gli interessi implicati nel settore che sono chiamati a gestire. Ma una volta in carriera, l’oligarchia — come si è visto dalle biografie rese note dai giornali — si svincola dalla diretta protezione politica, si autonomizza e tende a costruire rapidamente un potere personale. Grazie al quale ottiene prima di tutto la propria sostanziale inamovibilità.

Sempre gli stessi nomi passano vorticosamente da un posto all’altro, da un gabinetto a un ente, da un tribunale a un ministero, da un incarico extragiudiziale a quello successivo, costruendo così reti di relazioni che possono diventare autentiche reti di complicità, sommando spessissimo incarichi che incarnano casi clamorosi di conflitto d’interessi. E che attraverso doppi e tripli stipendi e prebende varie servono a realizzare redditi più che cospicui, a fruire di benefit e di occasioni, ad avere case, privilegi, vacanze, stili di vita da piccoli nababbi.

 Se i politici sono la casta, insomma, l’oligarchia burocratico- funzionariale italiana è molto spesso la super casta. La quale prospera obbedendo scrupolosamente alla prima (tranne il caso eccezionale della Banca d’Italia non si ricorda un alto funzionario che si sia mai opposto ai voleri di un ministro), ma facendo soprattutto gli affari propri. Il governo Monti ha un’agenda fittissima, si sa. Ma se tra le tante cose da fare riuscisse anche a scrivere un rigoroso codice etico per la super casta, sono sicuro che qualche decina di milioni di italiani gliene sarebbe grata.

sabato 14 gennaio 2012

IL RITORNO

E per gli amanti della musica rock italiana ,come il sottoscritto, è in arrivo il nuovo disco dei Litfiba " riuniti " dopo lo scioglimento del 1998 che si chiamerà Grande Nazione.
Dall'anteprima sembra bellissimo!

EUROPA SOTTO ATTACCO ?

E il buon Sarkozy , dopo le risate nei confronti dell'Italia , deve subire l'onta della perdita della tripla A che in gergo finanziario sta a significare la massima affidabilità sul debito e che nell'anno elettorale potrbbe influire non poco per la riconferma del presidente francese.
Vi ricordate quando se la rideva beatamente con la Merkel ? Bene.... ora ridiamo un poco anche noi !!
Anche se in realtà  non abbiamo niente da ridere, perchè se ai francesi  hanno tolto la "letterina" , a noi italiani è andata anche peggio visto che di A non ne abbiamo più e ci hanno portato a livello del Perù e della Colombia come affidabilità.
Ma vi rendete conto?? A livello di paesi che non contano una m...a nel panorama mondiale.
Secondo me il taglio è IMMERITATO visti gli sforzi  e le riforme che si stanno facendo per risanare il debito anche se è innegabile che i problemi da risolvere sono ancora molti  e non ultimo quello che secondo una normativa della consob molti fondi comuni , sicav, fondi pensione ecc. NON POSSONO DETENERE  titoli con rating inferiore ad A- e che potrebbe generare un'ondata di vendite pesantissime con  probabili conseguenze sui portafogli già massacrati di noi poveri risparmiatori.
Ora la parola passa ai mercati e anche se i  tagli di S&P sono già scontati in buona parte nei prezzi attuali penso che lunedi si ballerà non poco.
Bye