Il passaggio al digitale terrestre procede a tappe forzate, anche se lo scippo di nove frequenze alle tv locali per la vendita dell'asta ai telefonici (vedi sotto) creerà problemi enormi di cause giudiziarie, ricorsi, fallimento di aziende private (le emittenti locali ai quali verrà espropriata la frequenza) e scomparsa di soggetti che da decenni operano sul mercato televisivo.
Il governo, fedele alle direttive Fininvest, va avanti verso l'obiettivo: aumentare i canali del Biscione e ostacolare Sky. E tra gli addetti ai lavori comincia a circolare il conto finale: alla fine dei giochi, Mediaset avrà triplicato le sue frequenze. I vecchi canali (Rete4, Italia 1, Canale 5) si sono moltiplicati come pani e pesci. Da tre frequenze analogiche, il Cavaliere finirà per avere 9 mux (frequenze) digitali. Attualmente il gruppo di Cologno Monzese ha già 6 mux (dei quali 1 in dvbh, ovvero per trasmettere sui cellulari), il doppio delle tre frequenze analogiche. Con il beauty contest arriverà a sette, perché un mux verrà gentilmente concesso in regalo dal governo (mentre i telefonici sborsano miliardi di euro per frequenze occupate)
Con D-free, il mux formalmente di proprietà di Ben Hammar attraverso la società "Prima Tv" ma che di fatto trasmette solo contenuti Mediaset, si arriva a otto. Infine c'è Rete Capri, l'emittente meridionale che ha avuto magicamente un mux nazionale (aspirando anche al secondo) e che, secondo indiscrezioni, potrebbe presto cedere la frequenza alla stessa Mediaset.

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